SERIGRAFIE


(Serigrafia Titolo: Sogno gli occhi dell'ottocento).
Si può essere facilmente tentati, per giustificare le figure della pittura di Lorenzo Alessandri, di richiamare dal sonno artificiale della coscienza, o soltanto dal torpore in fondo al quale cerchiamo in ogni modo di ricacciarli per trovare un senso alla continuità del vivere, quei motivi "generatori di mostri", fisici e psicologici, che attraverso le cronache di questo "dopoguerra di Hiroschima", hanno così sovente fomentato l'angoscia degli uomini. Ma non bisogna cedere a questa tentazione, prima di tutto perchè porterebbe a giudizi e ad interpretazioni che hanno valore soltanto letterario e in secondo luogo perchè conferirebbe all'arte di Alessandri caratteri realistici in netto contrasto, ci pare, col carattere fondamentalmente visionario che lo domina.
(Serigrafia Titolo: Insidia tantrica).
Nella rappresentazione di Alessandri c'è un'attenzione strumentale ben distribuita tra l'argomento scenico ed il gesto che lo simbolizza e lo rende comunicabile, perchè la sua pittura sorge su una preparazione grafica tecnicamente eccellente e perciò nel linguaggio può raggiungere una corretta definizione oggettiva. Le ambiguità della rappresentazione non sono ambiguità casuali, ma nascono se mai nel contrasto tra l'evidenza degli elementi plastici, cioè la struttura dell'immagine sottolineata con un preciso e quasi freddo incastro di dissezioni e il colore elaborato per minuziose e sapienti velature sopra l'iniziale quasi acidula vivacità timbrica, e la loro vaghezza o fluidità poetica o, più semplicemente, vaghezza di contenuto.
(di Luigi Carluccio dalla presentazione della mostra di Torino 1963).
(Serigrafia Titolo:Diavolo dei tarocchi).
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INDECENT SELF-PORTRAIT / SALTACCHIA


Che un giovane pittore italiano percorra la duplice via, spirituale e tecnica, da una mansarda torinese alla terra dei maestri fiamminghi - e non per un casuale atteggiarsi di cultura o di simpatie estetiche - è, per esempio, fatto assai più significativo e inquietante della manifestazione formale di questo processo della sua indiscutibile vocazione creativa.

Dalle "bambole"della produzione pittorica di Alessandri immediatamente successiva alla sua cruda stagione di materialismo realistico (esemplata tuttavia in alcuni vibranti,non inutili nudi) ai "saltacchia" ed ai "sclassaberocchia", ancora filamentosamente articolati, uncinati a una luce naturalistica, ai più puri "fantasberocchia", la cui drammatica felicità esistenziale, la cui necessitante presenza appaiono già stumentalmente enucleate in una luministica tutt' affatto mentale (ed è qui, a nostro avviso, una delle più sottili conquiste non soltanto estetiche dell'artista), ai "fancorpi" con quelli ambiguamente dialoganti, agli eroici "sclassaronti", ai patetici "rimediatili" e alla loro progenie, passo passo, giorno dopo giorno, quadro dopo quadro - proprio per quella necessità che ha in sorte l'attuazione della propria libertà nell'itinerario verso una non pavida, non tremula, non angosciata giustificazione, se non ancora alla propria necessariamente nobile verità - si è ora al punto di un recupero delle umane immagini già presagibile, del resto, nelle avvisaglie di un'acutissima attenzione anatomica parziale ("un occhio, un'unghia, un lobo auricolare sono monumenti, sono l'universo" afferma lucidamente Alessandri).
(di Luciano Budigna dalla presentazione alla mostra di Amsterdam 1964).
Lorenzo Alessandri - Torino-1964.

PANNE IN KING'S ROAD


Opera dal titolo: PANNE IN KING'S ROAD (olio su masonite cm 60x150 1992).


Il 6 dicembre '84, a bordo del mio biplano SSW-D.IV, per un'improvvisa panne al motore, atterro con l'elica in croce, in King's Road a Londra, proprio davanti all'Henry J. Bean's. Sul cornicione del locale, fra i vasi di rampicantiverdi ci sono: un teschio, due topi e il vecchio re dei corvi Black King. Su una prima mensola a sinistra sta accucciato con le braccia conserte Unok, diavolo d'oro. Sulla seconda mensola non c'è niente. Sullaterza, dietro il timone dell'aereo, c'è Trek, altro demone dorato e sull'ultima c'è Quattrok. Insegne varie e un accattivante menù. A sinistra c'è l'insegna del mio negozio, emporio, nel quale si vendono sempre modelle di seconda mano. Nell'androne sottostante ci sono io, in una futura incarnazione come barbone molto diabetico. Sul muro, vicino a me, una piccola scritta disperata. Sul marciapiede Antilope Venerea, mia modella del '57, con collarino nero, una mela e calze rosse. Ai suoi piedi, abbandonata, la mia ultima tavolozza, ormai senza colori. Su un piatto, la mia testa mozzata fin dal 27 luglio del '63, vicine tre bocce magiche di ferro e ... Lui. Da una rottura dell'asfalto sbuca Krakrà, forma drogata uccellosa e gracchiante di Lui. Sotto l'aereo emerge la mia modella Micy, attrezzata con una maschera antigas del 1942. Poco discosto, in camicia bianca, viene fuori Gregori Jefimovich Rasputin affiancato dalla modella Lyse con opportuna maschera antigas del giugno del '40. Sull'asfalto bagnato un tipico cartello promozionale e, sul marciapiede, Iks, aspetto pinguinesco di Lui, abbaiato da un lupetto nevrotico. Nel vano della porta del '97, Wulwur, abate dei Black Friars. Di fronte a Lui, il secondo diavolo Duek allunga la mano verso Rosetta Fumo in calze bianche (la brunetta è una nota "strip-teaseuse" che mi è sempre piaciuta, ma non sono riuscito a farla posare). Mortino Katlino, in tunica lunga e zoccoli biellesi, le concupisce le poppe, mentre la mamma Maria Katlina, parimenti abbigliata conservatrice e seria come tutte le morti si scandalizza. A destra del pub, affacciato ad una finestra, il mago nero Aleister Crowley. Sotto di lui la boutique di indumenti intimi femminili, Surfanta S, dove D&F vendono tanga, mutandine, pagliaccetti, ecc... Fruscio dell'aereo nell'aria umida. Profumi di hamburger, benzina, pesce fritto e malizia.
(Questo scritto è del Maestro LORENZO ALESSANDRI).

MONORONTE TENEBROSO CHE SUBISCE UNA MALIGNITA 1971


Opera dal titolo: MONORONTE TENEBROSO CHE SUBISCE UNA MALIGNITA' (olio su masonite 1971).
Lascio che i mostri colorati come arcobaleni se ne vadano chissà dove...
Ne ho dipinti troppi.
(Questo scritto è del Maestro LORENZO ALESSANDRI).


...Ora questi sconcertanti mostriciattoli, che paiono talvolta racimolati negli angoli più discreti dei Giardini e delle Tentazioni di Hieronymus Bosch, compaiono prepotentemente ingranditi e bizzarramente colorati nei quadri riuniti nella galleria Viotti...

...orripilanti ed attraenti insieme, qualcosa come una repulsione e un'ipnosi. Molta letteratura, evidentemente , in questa pittura; ma anche una buona dose di pittura autentica in questa letteratura "nera" e più o meno "segreta". Forse se Enrico Castelli dovesse riscrivere il suo "Demoniaco nell'arte", aggiungerebbe la postilla "Alessandri" a certe fantasie di Pieter Huys, al Giudizio di Stephan Lochner: col sottinteso però d'un grottesco che a volte si fa ingenuo, ed altre si tinge di nostalgia.
(di MARZIANO BERNARDI da "La Stampa" - Torino - 16.3.1963).

CHE SUCCEDE A STONEHENGE?


Opera dal titolo: CHE SUCCEDE A STONEHENGE? (olio su masonite 1989).
Nella notte del 1942, a bordo del mio caccia MACCHI C-200, atterro a Stonehenge mentre il gran sacerdote druido, con falce d'oro, officia un rito propiziatorio per il mio onomastico. Un secondo sacerdote se ne va in cielo. Sullo sfondo, in tunica nera, quindici piloti italiani abbattuti. A sinistra, seduto sull'erba, io uniquitato, abbadonata la campana tibetana, brandisco la fiaccola della sconfitta. A destra, in primo piano, sempre io, in forma cagnesca, concupisco la spogliarellista Rosetta Fumo. Luce di luna. Olezzi d'estate. Certi santi hanno il dono della bilocazione e possono manifestarsi sotto lo stesso aspetto contemporaneamente in due luoghi lontani e diversi. Io, che non sono santo, molto più modestamente ho solo il dono della unicazione, ossia posso manifestarmi contemporaneamente in forme diverse, ma solo nello stesso luogo.
(Questo scritto è del Maestro Lorenzo Alessandri).

CONTROESORCISMO PER EGOE'


...il pittore Alessandri appartiene al gruppo del periodico Surfanta quale esponente della magia demoniaca, nera, della fantasia notturna, e queste sono diventate il tema principale dell'arte dell'epoca pagana, dopo che è stata spezzata la forza della bellezza conciliatrice. Allorquando l'arte dei giorni nostri parla di un sentimento che risveglia in noi il terrore, l'amore già è passato nell'abisso e nel nulla , per cui non può più esistere se non un unico tema degno di essere raccolto, e quello, cioè, che da tempo immemorabile è stato il terreno dell'arte. Alessandri realizza questo tema coi mezzi del surrealista dal pennello agile, che fa ondeggiare in un ambiente luminoso delle figure grottesche dai colori sfumati che ad esse si addicono. Egli fa però capire allo stesso tempo che, nelle condizioni italiane, il surrealismo è stato spinto verso l'erotismo da alcune ossessioni nordiche che nelle regioni nordiche, indicano precisamente il fardello e la tensione della "diavoleria".
(di HANS REDEKER "Algemeen Handelsblad" - Amsterdam - 25.4.1964).

BAMBOLA DEL GIUDIZIO UNIVERSALE 1962


Opera dal titolo: BAMBOLA DEL GIUDIZIO UNIVERSALE (1962).
...Tra pittura e letteratura, tra una rappresentazione venata da uno spirito grottesco e l'evocazione gentile di un sentimento nostalgico, le bambole di Lorenzo Alessandri...si direbbero motivi d'una trasposizione fantastica in cui ogni volta affiorano dei valori simbolistici di fronte ai quali per la sua natura il giovane pittore torinese rivela l'inquieta sensibilità.

...La vibrazione luminosa che è nei quadri... sembra avvolgerle quasi staccandole sui fondi atmosferici, giunge a far sentire una specie di inconscia aspirazione a superare ogni stridente o repellente presenza impreziosendone già i valori cromatici.
(di Angelo Dragone tratto da "Stampa Sera" Torino 20-3-1963).

OTTO INCENSI


Opera dal titolo: OTTO INCENSI (olio su masonite cm 60x90).

Il 6 novembre 1984, a bordo del mio caccia inglese SOPWITH F-1 CAMEL,finita la benzina, atterro a Torino, in Corso Racconigi 193,davanti all'antico stabilimento della Lancia.Otto grandi bacchette tibetane d'incenso profumano l'aria.Otto signori claudicanti passano.In fondo a sinistra, accucciato, IKS, forma industriale di LUI. Umidità e reumatismi.
(Questo scritto è del Maestro LORENZO ALESSANDRI).

ATTERRAGGIO IN WINDMILL STREET


Opera dal titolo: ATTERRAGGIO IN WINDMILL STREET (olio su masonite, cm 90x150, 1984).
Vecchio pub visto a Londra il 5 dicembre 1982. Dietro ai vetri del pub,con la bombetta, Sherlock Holmes. Al primo piano tre inquilini. Alla destra un cartello pubblicitario. Sul marciapiede a sinistra, IKS, proprietario della Demon's Bank. A destra, il padrone della macelleria. Io che atterro dolcemente con il caccia BOEING P-26 "peashooter" (sparapiselli),trascinandomi dietro,prigioniera,la morte.Dall'asfalto bagnato sbuca Gregori Jefimovich Rasputin. Rombo di motore. Aria frizzante.
(Questo scritto è del Maestro Lorenzo Alessandri).

CINQUANTATREESIMO TRAMONTO


Un altro anno tramontava alle mie spalle. Ne avevo compiuti cinquantatré. Alcuni uccelli sanitari (medici e paramedici) mi accompagnavano fuori dalle nebbie, a prendere aria buona sui colli, sui monti, sempre più in alto.
(Questo scritto è del Maestro Lorenzo Alessandri).

FANTAPENI CRUDELI Acquaforte 1968


...ed a 45 anni ha adesso un posto sicuro nella grafica internazionale per innumerevoli mostre.A parer nostro egli è piuttosto un umorista ossessionato, allucinato dal macabro e da un senso del grottesco che, trascinandosi negli abissi dell'orrido, ci richiama a certe immaginazioni del Flaubert delle Tentations.Un grottesco straordinariamente originale che talvolta s'addolcisce nella tenerezza e nella pietà... Ciò per i "contenuti". Ma va fermamente sottolineato che, nel realizzare le sue aberranti invenzioni di mostri, egli s'impone anzitutto come tecnico di gran classe dell'incisione...
(scritto da Marziano Bernardi pubblicato sul catalogo "Surfantastico" di Alessandri del 1974).

SOGNO DI BEVERLEY CON GLI OCCHI D'ORO


...la concentrazione degli aspetti grotteschi, così spietata nella sua analisi oggettiva e tuttavia così teneramente rifranta attraverso l'alchimia del colore, che trasforma le piaghe in tante scaglie di madreperla e di smalto, fa riaffiorare più lancinante da quei simboli inerti e muti il sentimento della vita.
(scritto da Luigi Carluccio per il catalogo "Surfantastico" di Alessandri 1974).

MIETITRICI DI ASPARAGI


Opera dal titolo: MIETITRICI DI ASPARAGI.
...dipinsi le goffe mietitrici che avrei voluto raffigurare fin da bambino, quando amavo follemente le etichette delle scatole dei sigari cubani: cieli arancioni, nuvole viola, prati smaglianti...
(Questo scritto è del Maestro Lorenzo Alessandri).

LORENZO ALESSANDRI

...Lorenzo Alessandri è un surrealista di natura benevola, di solida fattura e con un magnifico tocco di colore. Volete una persona che non si sente nè emozionata nè allarmata?
Ecco il nostro pittore che calmamente fa la sua scelta in uno studio di rarità dove gli altri prima di lui hanno attinto.
I suoi piccoli maneggievoli capolavori sono popolati da carnosità spongiose e da piante, in cui degli occhi azzurri ci guardano in modo ragionevolmente vago. Delle gambe con le mani al posto dei piedi camminano talvolta con esse attraverso tuberi intaccati dalle malattie ed una nudità descritta in modo impeccabile le tocca intrecciandosi...
(L. W. SCHMIDT "Het Parool" Amsterdam - 29-4-1964).

CAROVANA INFIDA


Opera dal titolo: CAROVANA INFIDA (1980).
Travestiti da lama tibetani si erano infiltrati in una carovana di pellegrini che doveva raggiungere la montagna sacra. Le mie condizioni di salute mi costringevano ad accettare la loro presenza. Non solo io, ma tutti i membri della carovana diffidavano di loro. Io guardavo con una certa apprensione lo stretto sentiero a strapiombo sul baratro che ci separava dalla meta, perché ero convinto che fosse Wulvur stesso a spingere la mia carrozzella.
(Questo scritto è del Maestro Lorenzo Alessandri).

CARATTERI MORFOLOGICI DELLE "BESTIE" DI ALESSANDRI

Formatosi nell'amore per la bellezza del corpo umano, in un severo studio del nudo, che coltivò per lunghi anni, Lorenzo Alessandri per un intimo bisogno di espressione, si allontanò dalla rappresentazione reale della natura e riallaciatosi a quello che era sempre stato il suo vero mondo favoloso dell'infanzia con i suoi sogni stupendi e i suoi inspiegabili terrori, già rivelati nelle sue innumerevoli incisioni, incominciò a dipingere nuove creature. Si ebbe così il periodo espressionista delle "bambole" essenze sostituitive della figura umana, che dal '59 al '60 saturarono di ironia e di angoscia le sue opere.
[...] le "bestie" di Alessandri sono la logica continuazione delle "bambole".

Trattasi di preziose tavolette che compendiando l'attività dal '62 ad oggi, offrono al visitatore l'intero panorama di una sua personale fantazoologia dalle elementari strutture di curiosi "Fantasberocchia" ai più complessi "rimediatili". Vivono infatti in una atmosfera di reminiscenze Kafkiane delle creature fantastiche dagli aspetti molteplici isolate su una scena di colore dove la luce non crea ombre, ma vivifica il soggetto in una definizione cristallina immutabile nel suo concluso nitore.
Sostenute da rigorose suddivisioni e distinzioni che hanno come matrice essenziale l'uovo primigenio, questi fenomeni trovano una loro giustificazione esistenziale nonostante la molteplicità degli elementi naturali fra di loro contrastanti che li compongono: fibre, pietre, muscoli, germogli, filamenti, denti, cortecce, occhi, arbusti o nervi, quasi ad evocare teratologiche immagini fissate da un rivelatore crudele.
I "fantasberocchia", pianeti vegetanti con i loro satelliti in universi impossibili, i "monoronti" fossili erosi e scavati da avvenimenti immemorabili che deambulano di profilo sotto il crudo peso di enormi escrescenze cornee, conincono e dimostrano, che solo attraverso la libertà creativa dell'artista il possibile diventa reale perchè necessario.
Libero quindi da ogni inibizione formale e di moda, l'estro creativo di Alessandri si materializza nel dipinto grazie alle possibilità offerte dal superamento di una tecnica antichissima per il nesso di amorevole studio che lo lega ai maestri fiamminghi del XIV secolo. La policromia a volte assurda ma mai disarmonica, l'esattezza della grafica, la nitidezza della stesura del colore fanno sì che il dipinto abbia sempre una sua coerenza formale e conclusa.
(testo tratto da un articolo di Geo Kucs pubblicato sulla rivista AUDITORIUM di Roma).

SONO UN PELLEGRINO DELLE SENSAZIONI...


Sono un pellegrino delle sensazioni e Amsterdam è la mia Mecca. Penso che quando sarò vecchio mi sarà dolce morire di notte in uno dei suoi canali .
Mi hanno definito "surrealista espressionista". Non ne sono sicuro. Ho sempre lavorato con la certeza cristallina che dipingere le mie visioni sia la mia unica ragione di vita, e da parecchi anni sono un ergastolano della pittura, senza possibilità di amnistia.
Dipingo la morte perchè la rispetto. Invento mostri, ma con religiosa contemplazione amo la bellezza della donna in quanto opera inimitabile di Dio, il più grande degli artisti, se non il più celebre.
Credo nei demoni e nello yoga. Non mi interessa la mescalina perchè l'arcobleno è la mia droga. Sogno sovente Hans Memlinc e Caravaggio che mi insegnano a dipingere meglio.
Le mie veneri sono le ragazze dei "provos", le cameriere dei ristoranti indocinesi di Amsterdam, le donne che ho visto in Oriente, o più semplicemente quellle che ho immaginato per un mio personale harem di sogno.
Ho fondato SURFANTA perchè credo nel SURreale e nel FANTAstico. Surfanta forse non è un gruppo, nè una particolae corrente moderna, nè tantomeno una marca di birra. Surfanta è un modo di sentire, di vedere, di pensare, di esistere. Surfanta è un modo di essere artisti nella realtà fantastica. Surfanta è la testata della nostra rivista.
Non sono un'artista "attuale", non comprendo la civiltà dei consumi, non seguo le mode e non adopero orologi.
Non sono mai stato invitato alla Biennele di Venezia, ma faccio stupendi sogni tutte le notti; inseguo la perfezione ed essa mi sfugge fra le dita come una farfalla. Cerco la luna......cerco la luna e non la trovo, ma dipingo molto, e dipingendo, vivo.
(Questo scritto è del Maestro Lorenzo Alessandri).
Opera dal titolo: DACCI UN SEGNO (1976).

IL GUARDIANO DELL'IDEA


Incontrai anche lui: il guardiano dell'idea.
Arabescato, curvo, oppresso da una pietra spigolosa e irremovibile.
Un uccello senza ali,simbolo sinistro di nuovi mutamenti.

(Questo scritto è del Maestro Lorenzo Alessandri).

VIRTUSQUOQUE


Insidiato, assediato da mostri e donne nude, fui preso da un gran desiderio di dare uno sguardo al passato prima di andare avanti sulla via dell'ingnoto. Mi raccolsi su me stesso, a cercare dietro le pieghe della memoria di una lontana giovinezza e di una lontanissima infanzia. Sfogliai e risfogliai le acqueforti, le xilografie giovanili e tutti i disegni fatti fin da quando ero bambino. Ritrovai personaggi e situazioni di un mondo in bianco e nero che mi premeva dentro e voleva urlare a colori la sua verità. Era il mio mondo più vero, troppo a lungo dimenticato nel diventare adulto.
Mi abbandonai al suo richiamo e dipinsi un pestapietre magico che avevo visto a Torino in Corso Racconigi nel 1956. Lo colorai con lo stesso bellissimo rosso corsa delle automobiline giocattolo I.N.G.A.P. di quando ero piccolo.
I.N.G.A.P.=marca di una fabbrica di giocattoli.
(Questo scritto è del Maestro Lorenzo Alessandri).

ICARO ERA TRISTE


Opera dal titolo: ICARO ERA TRISTE (1980).
Etere, aria, fuoco, terra, acqua. Nella lunga discesa avevo ormai constatato tutti gli elementi. Più stavo penetrando in essi, più li possedevo dal di fuori nei loro veri significati. Questo fu il mutamento sostanziale.Vidi contemporaneamente il baratro antichissimo dal di dentro e dal di fuori; senza paura e senza gioia. Senza emozioni. Vidi i cerchi allargarsi sull'acqua e vidi che loro erano rimasti lassù... a guardare.
(Questo scritto è del Maestro Lorenzo Alessandri).

VIDEO EX LIBRIS

Una raccolta di Ex Libris del Maestro in video, gentilmente concesso dall' amico collezionista Roberto. Questa sua collezione comprende la maggior parte di tutti gli ex libris prodotti dal Maestro Alessandri.
Per una corretta visualizzazione attendere il caricamento del Buffering.

SEDICI OTTOBRE SUL PASSO


Il sedici ottobre valicammo l'ultimo passo. La montagna sacra torreggiava bianca e incandescente davanti a noi, stagliandosi sul cielo buio. L'aria dei cinquemila era rarefatta e cristallina e il silenzio compatto era rigatosoltanto dai ciotoli smossi dalla carrozzella. Un altro mutamento era avvenuto. I lama non c'erano più. Gli accompagnatori si erano ridotti a quattro uccelli nudi, taciturni, tristi e meditabondi che con passi leggeripareva sfiorassero appena il suolo. Respiravo a fatica e la mia mente era stanca. Mi abbandonai allora ad un sonno traballante e inconsistente che mi portò molto lontano.
(Questo scritto è del Maestro LORENZO ALESSANDRI).

KIRTIPUR :TEATRO DELLA MIA QUINTA MORTE


Opera dal titolo: KIRTIPUR: TEATRO DELLA MIA QUINTA MORTE.

Nessuno sa quando sarà la sua ora. Il diciannove aprile del settantanove ero a Kirtipur in Nepal. Pregavo per la Pasqua davanti a un vecchio stupa annerito, coperto di muffe e screpolato dal sole implacabile. Vidi materializzarsi sui gradini del tempio un 'mago nero', lo stesso visto anni prima su una pubblicazione olandese. Agitando i suoi strumenti rituali egli gridò che era giunta la mia ora, e avvenne un grande mutamento. Di colpo il cielo si fece tempestoso e buio. Un vento gelido ripulì e rinfrescò il tempio che fu per un attimo bianco come un grande dolce di meringhe a panna montata. Comparvero altri cinque lama (blu) che con cembali, trombe, campana e tamburello, recitarono la rappresentazione della mia quinta morte. Io assistevo allo spettacolo come a teatro; vedevo il corpo inanimato di Alessandri e mi domandavo come avrebbe fatto l'A.I.D.O. A sapere che era lì, e come avrebbe potuto recuperare le spoglie fin lassù.
(Questo scritto è del Maestro Lorenzo Alessandri).

L'ALTOPIANO INCISO


Opera dal titolo: L'ALTOPIANO INCISO.

Ero un moscone e ronzavo intorno su degli immensi 'crème caramel' circondati di cioccolato nero e panna montata. Vidi muovere qualcosa sul bordo interno del dolce più vicino e fui subito preso da un senso di schifo. Alcuni esseri viventi stazionavano là con fare sospetto. Al secondo passaggio a bassa quota potei riconoscere il pittore Alessandri su una sedia a rotelle, sospinta da una fisioterapista svizzera e da un contabile di alta precisione. Dietro a loro un notaio in incognito, e il noto presidente di una grande fabbrica automobilistica torinese. Leggermente discosto sulla destra un falegname osservava la scena con indifferenza quasi a voler dissociare la sua presenza in quel luogo, per quanto stava per succedere. Mi era passato l'appetito. Ripresi quota col voltastomaco e man mano che mi sollevavo realizzai che stavo sorvolando un immenso altipiano dell'Himalaya, che l'erosione aveva sapientemente inciso in caratteri tibetani (come le tavole xilografiche con le quali i lama stampano i loro libri sacri). La frase che ne risultava era di difficile interpretazione e per me addirittura incomprensibile. Non conosco il tibetano.
(Questo scritto è del Maestro Lorenzo Alessandri).