KULANTE TEMPORALE


Pittore e incisore di grande talento, padrone di una tecnica ammirevole, aquisita con umiltà e impegno costante nel corso di una ormai lunga carriera, Alessandri si colloca fra i maggiori artisti grafici italiani. Addentrandoci, non senza trasalimenti, nel mondo di Alessandri affiorano alla mente i nomi di Bosch, di Redon, di Delvaux. Sono richiami abbastanza ovii e del tutto legittimi; tuttavia io penso che l'opera di Alessandri abbia radici più segrete, più intime, risalenti a momenti dell'infanzia rivissuti con ironia non distaccata, anzi, intonata ad una partecipazione emotiva vivissima. I suoi itinerari partono forse da remote divagazioni sulle favolette cattive di Wilhelm Busch, o sulle incisioni negromantiche del "Barbanera di Foligno" o, chissà, sulle tavole sbiadite di antichi volumi di storia naturale e si dipanano, come in un trattato di negromanzia, sul filo di una fantasia adulta che strizza l'occhio con maliziosa complicità ai feticci della vita, incontrati qua e là per il mondo, nei quali identifica o riscopre idoli e simulacri coi quali ha cavalcato nelle lunghe notti iridescenti dell'infanzia.
(di E. Magaton da "Il risveglio popolare", 10 ottobre 1974).

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