NASCERE CRESCERE MORIRE

Nascere, crescere, diventare adulti, poi vecchi è una continuo farsi di orribili e mostruosi esseri, tuffati nella degradazione della carne. Il pessimismo è totale e, in apparenza, senza speranza. Nulla è salvo, nulla è al riparo dall'occhio, a volte feroce, del pittore. Avanzando nell'intoccabile mondo della maternità, guarda il sacro frutto, il bambino. Per moltissimi di noi la gioia più alta, la dolcezza assoluta, la purezza sublime, tutta la sua forma è porta enorme che si apre all'indulgenza, l'assoluta totale indulgenza, tenerezza d'amore. Ma ancora una volta tutto è ribaltato. Spingendosi ancora più in là di Bruegel, in cui l'infanzia è vista già corrotta, avida, cattiva, paffuta di mangiate, di intenti bestiali, Alessandri dipinge i feti come bestie, sgattaiolanti, instabili su se stesse, con l'aria ingrugnita. Il tema della corruzione della carne è costantemente richiamato dall'autore che dipinge ogni aberrazione per allontanarla, quasi come un rito apotropaico. L'atmosfera opprimente scaturita dall'evidente contrasto dei binomi Vita-Morte, Bene-Male, viene alleggerita solo da un tratto volutamente caricaturale che rende sopportabile l'intera scena. Il paradosso è evidente: il mysterium tremendum è connaturato all'essenza della creazione. L'arte di Alessandri rivela anche che egli è l'uomo delle contraddizioni e dei contrasti poichè lo spirito ironico, satirico coesiste in lui con il senso del tragico. L'ironia nasce dalla consapevolezza della discrepanza tra l'ideale e il reale, dalla volontà di uscire dalla realtà inaccettabile e limitante in cui l'uomo è imprigionato. Contro il "deserto spirituale" dell'uomo moderno, Alessandri con la sua arte obbliga a pensare alle cose ultime del ciclo dell'esistenza terrena dell'uomo. Il suo sembra un annuncio escatologico, anche se non è nelle sue intenzioni insegnare, ammonire, giudicare: la putrescenza psichica e fisica umana sono ossessivamente indagate e trasfigurate mediante una straordinaria immaginazione che si è elevata sopra ogni finitudine creaturale.
(di Concetta Leto per il catalogo Eclisse).

Opera dal titolo: EVA E IL SERPENTE.

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