LE DONNE


Di lui ho amato Le Donne. Queste donne dagli occhi neri e profondi come il lago di Loch Ness, i capelli fluenti come sogni perduti, il portamento superbo come le più superbe tra le regine. Amavo tutto di loro: il seno piccolo e morbido, il ventre piatto, il corpo lungo e sottile. Amavo i paesaggi in cui erano immerse, paesaggi fantascentifici popolati da strane creature, paesaggi dai colori accesi e inverosimili, ma che non facevo fatica a immaginare altrove, in un altro mondo. Poi ho capito perchè queste donne mi attiravano tanto: non solo perchè erano belle, non solo perchè erano inserite in una dimensione fantastica. C'era qualcosa di più: l'essenza misteriosa della femminilità, espressa pittoricamente in senso drammatico. Guardando queste Donne sapevo che - anche se lo avessi voluto - non sarei mai riuscito non dico a possederle, ma neppure a capirle. Erano creature perfette, però estranee, diverse. Erano l'altra metà di me stesso, condannato per tutta la vita a inseguirle senza mai conoscerle veramente e intimamente. Poi ho amato i Pascal. Questo mostri orrendi che parevano nati da incubi che soltanto Alessandri ha potuto descrivere.
Opera dal titolo: OCCHI D'ARGENTO.

Erano talmente veri, anche se soltanto disegnati con l'inchiostro nero, talmente concreti, che sembrava potessero prendere vita con i loro ghigni osceni, i loro corpi osceni, i loro gesti osceni. Mi pareva di sentirmi toccare dalle loro dita deformi e scarnificate, da quelle membra pelose e repulsive. Li amavo come si amano i films del terrore, chiedendomi il perchè. Poi ho capito. Alessandri, in quei mostri, aveva concretizzato e visualizzato tutte le paure umane: la paura della solitudine, la paura delle malattie e soprattutto la paura della morte. Una morte irrimediabile e definitiva, senza possibilità di rinascita. Ho intuito anche una paura della paura, ossia l'angoscia senza nome che prende quando, scrostata la superficie di uomo civile, si sfrenano le ombre indecifrabili dell'inconscio. Ora amo i più recenti quadri di Alessandri. Li amo perchè Le Donne e i Pascal si sono incontrati e fusi, dando vita a una dimensione in cui il sogno e l'incubo si prendono a braccetto.
Opera dal titolo: ANVERSA.

E' evidente che il problema della femminilità interessa meno Alessandri, che però di quel periodo ha raccolto i magici colori, i fantastici paesaggi, ambientandovi i Pascal. Pascal che sono meno terrificanti proprio perchè annegati in meravigliosi azzurri, in verdi, in gialli: non appaiono più come mostri dell'inconscio, come concretizzazioni di laceranti paure. Sono mostri da fantascenza, un pochino estranei a noi stessi, talvolta patetici, molto spesso innocui pur nella loro spaventosità. Dunque li amo perchè dopo Le Donne, dopo i Pascal, vi leggo un messaggio, tutto sommato, consolatore. Passando attraverso le sofferenze dell'amore e del sesso, della paura delle malattie e della morte, Alessandri ha esorcizzato tutto, e con la sua sensibilità e la sua grandiosa capacità artistica ci offre un mondo trasfigurato di cui è adesso un saggio ma inquieto osservatore.
(di Peter Kolosimo tratto dal catalogo "Mutamenti").
Opera dal titolo: PIOVONO CRISTALLI.

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