IL SURREALISMO NELL'ARTE DI ALESSANDRI

...parliamo del surrealismo nell'arte di Lorenzo Alessandri. Vogliamo tracciare qui una specie di abbozzo sull'arte di Alessandri. E un'abbozzo che lascia intravedere l'arte di questo giovane italiano, il quale immerso una volta in un crudo materialismo verista, ha reagito in modo diametralmente opposto e si è ora ravvicinato sempre più al mondo dei sogni del surrealista. Da un profondo travaglio interno, Alessandri è passato ad una fase di intima introspezione ad un sentimento intimamente vissuto circa "l'ora presente", con tutte le sue varianti ed i suoi aspetti. Ed egli ha realizzato ciò con una geniale associazione delle realtà e del sogno, abbinata ad un forte sentimento musicale e ad una visione metafisica.
Se col concetto di surrealismo s'intende un gruppo i cui elementi presentano determinate proprietà realistiche e determinate proprietà esulanti dalla realtà, (il surrealismo significa realismo superiore alla realtà), possiamo ben includere Alessandri in un tale gruppo. La sua opera possiede proprietà realistiche e si appoggia oltre a ciò su proprietà scostantisi dalla realtà. Più propriamente, lo si potrebbe meglio classificare come il pittore della realtà interna. Questa espressione non è poi tanto strana, poichè in realtà vi sono stati dei pittori come HIERONYMUS BOSCH (1460-1516) ed ODILON REDON (1840-1916) i quali erano anche surrealisti. Il BOSCH colle sue rappresentazioni di demoni piene di figure grottesche e fantastiche urtava la suscettibilità del mondo del suo tempo, al pari di REDON che scandalizzò nella seconda metà del XIX secolo, colle sue interpretazioni metafisiche dei sentimenti di paura, di incubo e di pena, particolarmente nelle sue litografie. Entrambi erano innoltre dei pittori fini e coscienziosi, che potevano anche esprimere una tranquilla poesia.
Anche Lorenzo Alessandri è una figura simile: è un fantasista, un visionario ed un poeta. Egli è un discepolo di Andrè Breton il quale pubblicò nel 1924 un manifesto sul surrealismo e con ciò sulla realtà palesantesi nel sogno. I discepoli di Breton hanno eliminato per quanto possibile la loro coscienza del momento che passa ed una reale emozione non è per loro necessaria.
Alessandri non è tuttavia una figura così bellicosa come Breton, che si prefiggeva di esprimere, a mezzo di qualunque tecnica pensabile, la vera funzione del pensiero, con assenza di qualsiasi controllo dovuto alla ragione ed all'infuori di qualsiasi opinione morale o pregiudizio. I grandi maestri del sogno, Freud e Kafka, sono giunti nel giusto, con la morale, appunto per la via del sogno. E noi riteniamo che, a questo rispetto, Alessandri è più vicino a Freud e Kafka che non a Breton.
I dipinti si Alessandri sono dunque talora esattamente come un manifesto ma sotto forma di uno specchio che lo spettatore pone davanti al proprio io. Ci si sente talvolta confrontati con un aspetto del proprio essere oppure con un aspetto terrificante di quel tempo. Certuni potrebbero anche trovarsi davanti ad una bellezza inconcepibile che rende gelosi ed invidiosi.
E come se l'Alessandri vivesse in un mondo fantastico in cui egli vede gli esseri viventi più piccoli e più bizzarri sotto una lente d'ingrandimento. Egli deve avere un grande interesse per la biologia ed una immensa conoscenza dell'anatomia per poter riuscire a riprodurre delle figure così ben formate. Per lo più, egli e anche particolarmente poetico, talvolta invece egli è piuttosto spietatamente crudele, come ad esempio nella sua rappresentazione dell' "autoritratto con la modella": una donna nuda col pomo di eva in una mano ed ai suoi piedi, su un piatto, la testa del pittore come Giovanni Battista. Oppure nel suo "autoritratto indecente" l'uomo incatenato, vittima da sacrificare alla bella donna. E un'arte che avvince fortemente e fa scoprire cose nuove.

(di CORN. BASOSKI "Hengelosch Dagblad" - Hengelo - 28-4-'64).

Opera dal titolo: ANDIAMO LAZZARO (olio su masonite cm 100x70 1977).
Una farfalla di speranza e consolazione.
La sua bellezza gialla è più forte della morte.
Lazzaro risorge.
Non dobbiamo dare troppa importanza a chi ha attraversato la soglia nei due sensi e può raccontare cosa ha visto dall'altra parte.
(Questo scritto è del Maestro Lorenzo Alessandri).

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