XILOGRAFANDO. L'ARTE INCISORIA DEL MAESTRO ALESSANDRI.

La xilografia è una tecnica, d’antiche origini, di incisione su legno utilizzata per riprodurre copie di disegni e iscrizioni. Su di una tavoletta di legno- la matrice -, una volta tracciato o riportato il disegno, si procede con strumenti appositi ad asportare le parti che non costituiscono l’immagine, risparmiando le figure e i loro contorni che rimarranno quindi in rilievo.
Sulla matrice debitamente inchiostrata va steso il foglio su cui, tramite pressione, rimarrà impressa l’immagine, speculare rispetto a quella intagliata. Per un buon risultato del lavoro si usano legni di grana compatta e senza lunghe fibre. I più indicati sono quelli fruttiferi, come il ciliegio e il pero o i durissimi sorbo e bosso.
Esistono due tecniche xilografiche che si differenziano in rapporto agli strumenti utilizzati.
La xilografia a intaglio è la tecnica più antica (risale, in Europa, ai secoli XI-XII) ed è eseguita esclusivamente con l’utilizzo di sgorbie e coltelli, su matrici di filo: tavolette di legno tagliate secondo piani paralleli al tronco, talchè presentano le fibre (la venatura) nella loro lunghezza. La xilografia su legno di filo permette l’uso di legni di grandi dimensioni e, conseguentemente, un intaglio gestuale, libero e istintivo.

"FIORELLA"
XILOGRAFIA SU LEGNO DI FILO
cm 14 x 22
Alessandri  1955

"RITRATTI DI UN ESTETA"
proprietà della galleria privata del Prof. Gianluigi Marianini
XILOGRAFIE SU LEGNO DI FILO
cm 17 x 21
Alessandri 1956
L’altra tecnica è l’incisione xilografica (l’invenzione si fa risalire all’inglese Thomas Bewick, nel 1775) ed è eseguita su legno di testa. La matrice si ricava tagliando il tronco non più longitudinalmente ma trasversalmente rispetto alla sua altezza, ottenendo una superficie molto compatta e omogenea, dato che il legno di testa presenta le fibre “troncate”. Una matrice di testa s’incide con le punte e i bulini utilizzati per l’incisione calcografica diretta, permettendo un segno preciso e finissimo.
XILOGRAFIA IN LEGNO DI TESTA
Alessandri 1956
La xilografia policroma, che compare già alla fine del Quattrocento, per riprodurre l’effetto delle xilografie monocrome acquerellate, fa uso l’ulteriori matrici che creano fondi colorati o parte di questi.
Nei primi anni del Cinquecento furono introdotte altre due tecniche particolari: una olandese, il camaïeu, inventata da Jost de Negker attorno al 1510; l’altra italiana, il chiaroscuro, che Ugo da Carpi adottò nel 1516. Questi due procedimenti, molto spesso confusi, sono completamente diversi. Per il camaïeu occorrono almeno due legni: uno su cui è inciso il tratteggio del disegno, che può essere stampato da solo, l’altro che va a costituire le tinte piatte di sfondo con eventualmente piccole decorazioni o integrazioni paesaggistiche.
I filosofi -Xilografia originale Cm. 29 x 39
Alessandri 1948
I Saltimbanchi - Xilografia originale Cm. 29 x 39  Alessandri 1959
Nella xilografia a chiaroscuro invece vi sono matrici incise “a piatto”, che formano cioè le tinte del disegno, alla prima più chiara se ne sovrappone una di tonalità più scura che accentua alcune parti e rialza i valori tonali del disegno, poi eventualmente una terza ancora più scura e così via. Una matrice per ogni tinta per ottenere, mediante sovrapposizione, più toni: con l’utilizzo di due matrici si ottengono tre differenti toni; con tre matrici ben sette toni, ecc. Evidente quindi come in un camaïeu il primo legno inciso a tratteggio basterebbe da solo per dare il disegno, mentre nel chiaroscuro italiano è indispensabile stampare più legni. (tratto da: U.GIOVANNINI, Colore e Libertà, la bella stagione della xilografia in Romagna, pag. 138, Russi, Vaca, 2005).
"L'ULTIMA ROSA"
XILOGRAFIA


EX LIBRIS
Nella xilografia rientrano anche quei piccoli lavori incisi chiamati Ex Libris.
L' Ex Libris è un segno di proprietà, è un marchio di possesso, costituito da un cartellino che viene applicato di solito al risguardo interno della copertina di un volume, allo scopo di stabilire la proprietà del volume stesso. Esso sostituisce, in forma elegante, aristocratica ed artistica, la firma autografa o il timbro che comunemente si usano, per dimostrare il possesso di un volume. Su questo cartellino, di solito, vi è il nome del proprietario del volume, un motto che in un certo senso vuol caratterizzare il pensiero, le passioni ed il gusto del titolare e poi un disegno o una vignetta o stemma nobiliare, che lo interpreta.


Ex Libris Incisione su legno di testa
Alessandri 1947
Alessandri, incise il suo primo Ex Libris su linoleum nel lontano 1942, allorchè a soli quindici anni, autodidatta, vinse il primo premio per la xilografia ad una mostra regionale giovanile. Da allora Alessandri disegnò oltre trecento Ex Libris, cento dei quali sono stati eseguiti e stampati nelle varie tecniche. Se si considerano le diverse branche nelle quali si svolse l'attività di Alessandri (che tratta indifferentemente tutte le tecniche della incisione e la pittura ad olio senza sdegnare talvolta l'illustrazione o la pubblicità), viene da chiedersi se tutta questa produzione non vada a scapito del valore artistico. La risposta è senz'altro negativa. Non solo si può cronologicamente constatare una continua ricerca di stile e di tecnica, ma un graduale arricchirsi dei mezzi espressivi, che sa sempre scegliere tra i più appropriati. Disegni a penna, lonoleografie, qualche litografia, formano la maggior parte della sua produzione exlibristica; attualmente però predilige l'incisione su legno di testa (bosso o pero), tecnica dalla quale sa trattare con notevole sicurezza un chiaroscuro violento, nitido e spiritualmente efficace.
La partecipazione ai vari concorsi, gli inviti a numerose mostre di Ex Libris, le continue riproduzioni dei suoi Ex Libris su un esteso numero di riviste e le ordinazioni che si fanno sempre più pressanti, Dalla Norvegia al Sud-Africa, dalla Spagna agli Stati Uniti, testimoniano il successo e la richiesta delle sue opere, da parte di un pubblico colto e raffinato quale è quello degli amatori e dei collezionisti di Ex Libris. E appunto a questa ristretta e particolare "clientela" che Alessandri dedica le sue migliori creazioni, in cui un fondo di filosofia che non è spicciola, come può sembrare a prima vista, si materializza in originalissimi soggetti che gli sono pretesto per dar sfogo alla sua fantasia misteriosa,carica di "humor" e talvolta inquietante.(tratto  da all'insegna del Ex Libris. di Bono e Servolini).






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