PRIMO INCONTRO CON LA SIGNORA

Uscendo da Rivarolo, sulla discesa che porta al ponte sull' Orco, una sera di pioggia e di nebbia, mi passò di fianco per la prima volta Zeta. Era uguale a me, vestito allo stesso modo, imbaccuccato in un gran cappotto e con un basco calcato in testa, aveva la mia stessa andatura, ma era uno scheletro, forse il mio. In quel periodo mi ero innamorato follemente di una brunetta con la frangia che si chiamava Duna. Avevo già sedici anni, ma quando ero con lei, la mia timidezza era immensa e paralizzante. Duna era la mia fidanzata, ma lei non lo sapeva. Non avevo mai osato dirglielo. La sognavo di notte e nei giorni di nebbia. C'era la guerra e pensavo che sarei morto prima io, così lei una sera avrebbe incontrato il mio fantasma sul ponte dell'Orco. Allora disegnavo il mio fantasma immaginando come lo avrebbe potuto vedere lei. Pioggia e nebbia, autunno e inverno in tempo di guerra. Incominciai a vederla come una bellissima vedova vestita di viola alla "fin de siècle" con due occhi enormi neri che splendevano nel buio, e al collo un ovalino con il ritratto in foto-ceramica del caro estinto (che ero io).
(dai diari inediti di Alessandri, 1944)



















Opera dal titolo: PRIMO INCONTRO CON LA SIGNORA

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