ALESSANDRI E I SUOI FANTASMI

Uno degli enigmi più straordinari del secolo XX è il sorgere, il propagarsi, il diffondersi su tutto il pianeta di forme diverse di arte fantastica. Si tratta d'un evento certamente non casuale, al quale hanno contribuito vari fatti apparentemente lontani tra di loro: La teoria psicoanalitica, che ha abbattuto molte barriere e perfino molte reticenze, e la teoria della relatività che ha prodotto una concezione diversa del tempo e dello spazio, poi, forse, anche il desiderio di trovare nella propria intimità un rifugio dalle innumerevoli barbarie del mondo che hanno insanguinato un po' tutto il pianeta. Anche l'Italia non è stata immune da questo felice fenomeno ed ha visto l'affermarsi di grandi pittori fantastici che hanno eretto intorno all'arte un edificio grandioso di cui molti non si sono ancora resi conto. Ci sarà pure una ragione se anche in Italia centinaia e centinaia di artisti si sono dedicati ed ancora si dedicano a questa forma artistica, senza necessariamente ispirarsi alla filosofia del surrealismo che è stato in parte certamente responsabile di questa rinascita. Si tratta di artisti che hanno spesso cercato strade molto personali ed autonome. Il fantastico è un punto di partenza per un viaggio nei paesi misteriosi della psiche.

Perfino la fantascenza, molto diffusa anche in Italia, rappresenta una di queste strade e non si tratta d'un genere letterario trascurabile o minore. Insigni scrittori hanno dedicato la loro attenzione agli aspetti più fantasiosi della letteratura, da Buzzati, che fu anche un eccellente pittore, a Calvino, ma non vanno dimenticati nemmeno i predecessori, De Chirico, scrittore e pittore, Savinio, Bontempelli, teorico d'una nuova forma d'immaginario a cui aveva dato il nome di Realismo Magico, e molti altri. Forse non è ancora evidente del tutto, ma il fantastico, in arte e in letteratura, rappresenta un complesso problema, a cui molti studiosi, in Italia ed all'estero, hanno dedicato saggi molto importanti, pubblicati dalle principali case editrici italiane. Basterebbe ricordare il volume "Italia Magica-Racconti surreali novecenteschi-scelti e presentati da Gianfranco Contini", pubblicato prima in Francia e poi in Italia da Einaudi. Anche la filosofia e la psicoanalisi si sono interessati dell'argomento. Un enigma nell'interno dell'enigma è naturalmente Torino, una città che ha visto il sorgere di numerosi pittori che al fantastico hanno dedicato l'intera vita. Come è possibile che una città così seria, così austera, così freddamente geometrica, suscitatrice d'un pensiero debole e d'un pensiero forte, di correnti artistiche di algida avanguardia, di provocazioni intelletuali, dalla periferia industriale un po' tetra, ma estremamente efficente e operosa, ad un certo punto si sia illuminata di paradossi fantastici e letterari? E probabilmente un altro enigma che dovrebbe interessare gli psicoanalisti. E in questo luogo che matura la vocazione per il fantastico di Lorenzo Alessandri, è in questa città circondata da fantasmi che si sviluppa una delle avventure più straordinarie dell'arte moderna.

Opera dal titolo: BEKA (88.26).

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