ARTE FANTASTICA

...In quali condizioni il movimento surrealista raggiunge la maturità? Il bilancio che ora è doveroso tentare sui suoi contributi alla vicenda culturale del nostro tempo si prospetta positivo o negativo? Quanto rimane nella storia dell'arte, oltre i limiti della moda e del gusto, entro i confini della poesia, delle opere dei suoi attuali esponenti, delle posizioni, degli atteggiamenti intellettuali ed estetici, dei problemi e delle soluzioni della sua prima stagione?

Opera dal titolo: ANCORA INSETTI (1977).
Sarà opportuno anzitutto cercare di definire in una prospettiva storica, il significato, l'"idea" del Surrealismo. L'impresa può apparire tutt'altro che facile a causa della vastità degli interessi, delle diversità delle sfere di azione e dell'intrinseca e, nel tempo, sempre maggiore indeterminatezza del movimento stesso. A guardar bene tuttavia ci si potrà ancora legittimamente rifare, per una sufficiente approssimazione concettuale, alla proposizione del manifesto bretoniano. E' una definizione da vocabolario e da enciclopedia: "Surrealismo, s.m.: automatismo psichico attraverso cui ci si propone d'esprimere, sia verbalmente, sia per iscritto, sia con qualsiasi altro mezzo, il funzionamento reale del pensiero. Tende a ditruggere definitivamente tutti gli altri meccanismi psichici, e a sostituirsi a essi nella soluzione dei principali problemi della vita".

Opera dal titolo: HELLO MUM, STASERA CENO FUORI (olio su masonite 1982).
Sin qui il Manifesto: è dunque evidente che si tratta di un movimento rivoluzionario, sia nella forma che nel contenuto, anzi del contenuto attraverso la strumentalità formale, sostanzialmente ispirato alle freudiane teorie dell'inconscio e alla volontà di rompere gli schemi della razionalità portando alla luce dell'espressione artistica, attraverso una tecnica automatistica, i più oscuri movimenti della psiche. In questo senso il surrealismo appare ben dentro alla situazione culturale europea dei primi decenni del secolo: coerente conseguenza dell' irrazionalismo anarchico, dell'estetismo seccessionista, della disperazione kirkegaardiana, persino del superomismo nietzschiano. Fra le vie indicate dai tre profeti del nostro tempo, Marx, Freud, Einstein, i surrealisti hanno scelto quella ambigua e misteriosa della fuga dalla realtà verso l'esplorazione dell'inconscio, non senza tuttavia aderire, a un certo punto, nel nome della libertà (e nella affermazione della libertà, al di là di ogni fumisteria, consiste il valore morale dei migliori surrealisti), anche alle indicazioni del materialismo marxista.

Opera dal titolo: AL DI LA' DELLE NEBBIE (1982).
Si ricorderà ancora che il nome del movimento è un omaggio che i suoi promotori vollero rendere a Guillaume Apollinaire il quale, alcuni anni prima, aveva definito "dramma surrealista" la sua pièce "Les mamelles de Thirèsias". Né bisogna dimenticare che le sue origini, per dir così, tecniche e concettuali sono da rintracciare nel gruppo di artisti pacifisti che, intorno al 1916, s'incontravano al Cabaret Voltaire di Zurigo e che qualche tempo dopo si trasferirono presso lo studio fotografico di Stieglitz nella Quinta Strada neviorchese: nel programma dei dadaisti (così il gruppo fu battezzato dal poeta romeno Tristan Tzara che aveva pescato la parola dada - il cui significato è indefinito: vezzeggiativo infantile del cavallo, idea fissa, tipo di crostaceo - aprendo a caso un dizionario francese) c'era in nuce gran parte del Surrealismo: distruzione della logica, della memoria, della storia, valutazione poetica degli oggetti d'uso, bizzarria di accostamenti, in vista della scoperta e dell'espressione di una "realtà superiore" attraverso la spontaneità assoluta, non viziata dalle convenzioni e dai luoghi comuni del pensiero.

Opera dal titolo: FIORTRE (86.19 1986).
Dalle riunioni zurighesi al Cabaret Voltaire, dagli incontri americani chez Stieglitz, dai film di Dalì, di Cocteau, di Bunuel, dal repertorio negromantico di Tanguy, di Delvaux, di Leonor Fini, di Magritte, di Brauner alle alte prove pittoriche di Max Ernst, di Paul Klee, di Joan Mirò, agli "interventi" italiani di Alberto Martini, di Savino, di Clerici, alle riprese in nuovi termini di linguaggio di Matta, sino al recentissimo revival dada e merziano della Neue-Gestaltung, dell'arte germinale e programmata, della pop-art, di tutti gli aspetti in cui si manifesta l'ansia morale di un "nuovo realismo", la prospettiva culturale planetaria sembra mostrare oggi in ogni direzione, in quella dei musei e in quella della moda, in quella degli studi e in quella del mercato, la viva (qualcuno direbbe virulenta) presenza della tematica, delle idee e delle suggestioni surrealiste.
(di Luciano Budigna per il catalogo "Arte Fantastica" inerente alla mostra tenutasi al Museo del Castello di San Giusto di Trieste - Luglio-Agosto 1964 alla quale tra importanti nomi che vi esposero come Enrico Baj, Roberto Crippa, Salvator Dalì, Gianni Dova, Max Ernst, Lucio Fontana, Renè Magritte, Piero Manzoni, vi espose anche il Maestro Alessandri con due opere "Rimediatile Irriducibile"1963 e "Sclassaronti accettabili"1962).

Opera dal titolo: SUICIDIO DI MAGRITTE NELL'ALTA MAREA (1987).

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Finalmenteun blog serio sul Maestro Alessandri. Sono uno studioso di storia delle religioni e mi sono laureato con una tesi su di lui.presto sarà pubblicato un volume sui rapporti tra Alessandri ed il modo del sacro, appena avrò notizie più precise le posterò. Complimenti

Nello ha detto...

Grazie Roberto, attenderemo con ansia le tue novità!Grazie mille!!!