"LA CANDELA" "LA SOFFITTA MACABRA" "SURFANTA"

Nel '43 - '44, come molte altre città italiane, Torino ha già conosciuto l'incubo dei bombardamenti, l'oscuramento, la lotta per la sopravvivenza. La morte diventa un fatto comune, la violenza è presente, dovunque visibile. Il susseguirsi delle retate, le delazioni, la fame, la morte ad ogni angolo di strada con le sue mille manifestazioni vengono a mescolarsi con quel mondo sotteraneo che, proprio nei momenti più tragici, emerge dal suo antico letargo quasi a voler esorcizzare l'orrore della guerra. Questa necessità di addentrarsi nel mondo del mistero e dell'esoterico è la molla iniziale che spinge un gruppo di artisti torinesi a riunirsi per fuggire l'atroce realtà quotidiana. La Soffitta Macabra, questo è il nome del luogo di ritrovo degli artisti, nasce appunto come necessità di riscatto dall'atmosfera della guerra: la necessità di trovare, attraverso l'analisi di un mondo di morte, un discorso di speranza per l'avvenire. La Soffitta diviene luogo di ritrovo di spiritisti, maghi, satanisti, ciarlatani. Come sempre nei periodi più oscuri dell'umanità l'irreale e l'occulto costituiscono l'estrema speranza. Dal '45, nel caotico clima del dopoguerra, il ritrovo degli artisti torinesi diviene un porto per quella marea di sbandati che con l'arte o con il bizzarro hanno qualcosa a che fare. E' un continuo via vai di pittori, studenti, reduci dai vari fronti, scrittori falliti e con molti progetti, giornalisti, intellettuali, che discutono, si confrontano con teorici, spiritisti, seminaristi ormai senza credo."Tutti cercavano qualcosa, e tutti qualcosa trovarono " dice il pittore Alessandri uno dei fondatori della Soffitta Macabra. A poco a poco il nome della soffitta acquista peso nella Torino intellettuale. L'aspetto esoterico si fa più serio e alle ricerche sullo spirito partecipano anche gesuiti, domenicani e alcuni liberi pensatori. Nel gennaio del '51 avviene l'incontro di Alessandri con Silvano Gilardi (Abacuc), incontro che darà un'ulteriore svolta al gruppo della Soffitta Macabra. In questo periodo gli artisti del gruppo abbandonano in parte il gioco intellettuale per immergersi nella realtà di una società di reietti ed emarginati. Scendono nelle vie malfamate, si avvicinano ai personaggi della Torino notturna e li ritraggono. E' anche il momento con lo scontro della cultura ufficiale, della presa di posizione contro un'astrattismo e un realismo molte volte di maniera. Da qui sorge la necessità di una pubblicazione che divulghi le idee del gruppo; nasce "La candela" , che nei primi tempi pubblica solo disegni. De "La candela" escono una trentina di numeri sino al '62. Su di essa vengono pubblicati i lavori degli artisti del gruppo e si chiariscono, attraverso il dibattito, le varie posizioni artistiche tanto che molti se ne vanno e rimangono nella Soffitta Macabra solo quelli intellettuali e pittori che del fantastico fanno il loro intersse principale.

Rivista SURFANTA n 14 (numero celebrativo per i 28 anni della Soffitta Macabra ed il Gruppo Surfanta).
E' un periodo fecondo questo per i frequentatori della Soffitta. Vengono organizzate numerose mostre e, sopratutto, incominciano i primi contatti con altri artisti europei e con gallerie dell'Europa del Nord. Questi contatti, il confronto delle rispettive posizioni artistiche e la volontà di fare del surreale e del fantastico il tema fondamentale della propria arte, porta ad un'ulteriore sviluppo de " La candela". Cediamo ancora la parola ad Alessandri: "Incominciai allora a vedere un pò più chiaro e, dall'esame comparato dei nostri lavori, capii che c'era in comune fra di noi soltanto l'elemento fantastico.Mi venne così l'idea di trasformare "La candela" in una nuova rivista, prevalentemente ad immagini, che doveva servirci come mezzo di comunicazione con quanti avevano gli stessi nostri interessi. Nel '63 ebbi i primi contatti con alcuni artisti torinesi che vivevano isolatamente esperienze affini alle nostre. Li invitai a collaborare alla redazione della rivista e così nel gennaio del '64 uscì il primo numero: "Surfanta 1" (da: SURrealismo e FANTAsia), che oltre alle riproduzioni delle fantasie di Abacuc, Camerini e mie, presentava anche quelle di Colombotto Rosso, Macciotta, Molinari e Ponte Corvo. Da questo esperimento emerse immediatamente la difficoltà di accogliere sotto un unica testata personalità così spiccatamente individualiste e di così diversa estrazione. Ne risultarono le dimissioni di Ponte Corvo subito dopo il primo numero". L'allontanarsi di Ponte Corvo non è certo dovuto a dissensi o per la scelta di una diversa tematica ma, appunto per quelle personalità individualiste di cui parla Alessandri. Ponte Corvo seguirà una sua strada che avrà punti di contatto con "Surfanta", tant'è che lo ritroveremo circa dieci anni dopo in una colletiva alla galleria Davico. La pubblicazione di "Surfanta" inizia con la presentazione delle mostre di Camerini a "L'approdo" di Torino, di Alessandri e di Molinari alla galleria D'Eendt di Amsterdam e di una collettiva di disegni fantastici a "La meridiana" di Biella a cui partecipano Abacuc, Alessandri, Colombotto Rosso Macciotta e Ponte Corvo insieme a Bellandi, Guerreschi e Martini.Sempre nel primo numero viene pubblicato il programma degli artisti Surfanta.Un periodico prevalentemente ad immagini, poichè il potere significante delle arti della visione della grafica in genere e la possibilità di ottenere "connotazioni" nettamente personalizzate, nelle tecniche di informazione visiva, ci permettono di estendere la nostra azione in un raggio effettivamente internazionale.
Primo numero della rivista SURFANTA (Gennaio-Marzo 1964).
Il passaggio da La candela a Surfanta segna anche una maggiore apertura del gruppo verso le esperienze surreali e fantastiche europee. Si intrattengono rapporti con artisti olandesi, francesi e dell'europa orientale.
(Testo tratto da "La città magica di Munari / Melotti).

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