Perfino la fantascenza, molto diffusa anche in Italia, rappresenta una di queste strade e non si tratta d'un genere letterario trascurabile o minore. Insigni scrittori hanno dedicato la loro attenzione agli aspetti più fantasiosi della letteratura, da Buzzati, che fu anche un eccellente pittore, a Calvino, ma non vanno dimenticati nemmeno i predecessori, De Chirico, scrittore e pittore, Savinio, Bontempelli, teorico d'una nuova forma d'immaginario a cui aveva dato il nome di Realismo Magico, e molti altri. Forse non è ancora evidente del tutto, ma il fantastico, in arte e in letteratura, rappresenta un complesso problema, a cui molti studiosi, in Italia ed all'estero, hanno dedicato saggi molto importanti, pubblicati dalle principali case editrici italiane. Basterebbe ricordare il volume "Italia Magica-Racconti surreali novecenteschi-scelti e presentati da Gianfranco Contini", pubblicato prima in Francia e poi in Italia da Einaudi. Anche la filosofia e la psicoanalisi si sono interessati dell'argomento. Un enigma nell'interno dell'enigma è naturalmente Torino, una città che ha visto il sorgere di numerosi pittori che al fantastico hanno dedicato l'intera vita. Come è possibile che una città così seria, così austera, così freddamente geometrica, suscitatrice d'un pensiero debole e d'un pensiero forte, di correnti artistiche di algida avanguardia, di provocazioni intelletuali, dalla periferia industriale un po' tetra, ma estremamente efficente e operosa, ad un certo punto si sia illuminata di paradossi fantastici e letterari? E probabilmente un altro enigma che dovrebbe interessare gli psicoanalisti. E in questo luogo che matura la vocazione per il fantastico di Lorenzo Alessandri, è in questa città circondata da fantasmi che si sviluppa una delle avventure più straordinarie dell'arte moderna.
Opera dal titolo: BEKA (88.26).
Nessun commento:
Posta un commento